Ramberto Malatesta (1475-1532) succedette al padre Carlo Malatesta nel 1486. Fu detto “il Filosofo” per la sua vasta cultura.
Nel 2014 lo studioso Andrea Antonioli ha presentato la sua opera “Ramberto Malatesta – Mente sublime & Anima oscura”, in cui ha approfondito la figura storica di Ramberto M. Il volume è corredato da una imponente appendice comprendente testi, documenti, lettere e pronostici, frutto di una lunga ricerca storica sull’inedita e straordinaria figura di Ramberto Malatesta conte di Sogliano, filosofo, astrologo e mago, che getta lumi su quel periodo straordinario e ineguagliabile che fu il Rinascimento Italiano.
Dallo studio emerge un personaggio di straordinaria levatura intellettuale. Ramberto M. apprese le nozioni più sofisticate della filosofia, le dottrine platoniche, ermetiche e cabalistiche, frequentando l’Accademia di Villa Careggi diretta da Marsilio Ficino, importante filosofo e umanista noto per aver tradotto, nel 1463, i libri del Corpus Hermeticum, portati dalla Macedonia in Italia da Leonardo da Pistoia; la sua opera di traduzione ebbe un notevole influsso sul pensiero rinascimentale europeo.
A Firenze Ramberto entrò in contatto con le menti più sublimi del Rinascimento, tra cui Angelo Poliziano, Lorenzo il Magnifico, Francesco Maria della Rovere, Cesare Borgia, Francesco Gonzaga, Alfonso I d’Este, i fratelli Guicciardini, Jacopo Salviati, Bartolomeo Scala, Pico della Mirandola, Baldassarre Castiglione, Pietro Bembo.
Ramberto è tuttavia noto anche per un terribile episodio. Nel 1507 il signore di Sogliano commise un efferato delitto: innamoratosi della contadina Angelina Roberti, imprigionò e pugnalò a morte la moglie Maria de Fois, nella Rocca di Tornano. Il popolo insorse per il brutale omicidio e Ramberto fu costretto a lasciare la contea. Solo dopo alcuni anni poté tornare a Sogliano. Visse gli ultimi anni completamente dedito ai suoi studi filosofici e astronomici. Come il padre, venne sepolto a Villa Verucchio.