La bellezza dell’arte, in qualsiasi sua forma, testimonia ciò che di più elevato c’è nell’animo umano. Il Museo di Arte Povera aiuta a ritrovare l’autentico senso della bellezza.
È una raccolta unica, nel suo genere. Accanto ad antichi codici di grande pregio, conserva una preziosa collezione di carte povere: valentine d’amore, calendarietti settecenteschi, manifesti in stile Liberty, pop-up, raffinate stampe art dèco.
Le carte povere si diffusero fra la seconda metà dell’Ottocento e la prima del Novecento, grazie allo sviluppo della cromolitografia; sono caratterizzate da un accattivante bellezza esteriore che serviva a trasmettere un messaggio pubblicitario e a suscitare il desiderio di consumo.
La cromolitografia fu ideata nel 1837; il nome deriva dai termini greci chroma (colore), lithos (pietra) e graphia (da graphein, disegnare). Grazie a questa tecnica divenne possibile stampare velocemente immagini a colori, con maggiori sfumature e toni molto più brillanti rispetto ai lavori ottenuti con le tecniche precedenti. Per ogni colore
era necessario utilizzare una pietra diversa. Queste matrici in pietra, opera di abili artisti, spesso erano considerate dei piccoli capolavori.
Le collezioni di facsimili e di libri d’arte rivestono un grande interesse estetico e storico. Volumi normalmente intoccabili e inaccessibili si consultano e si ammirano all’interno di uno spazio museale che diviene scrigno della nostra storia.
Una “biblioteca d’avanguardia” a disposizione di tutti.
Il museo di Arte Povera è stato riconosciuto da Google Arts and Culture come sito di interesse ed è stato inserito sul portale tra i 2.000 musei più importanti del mondo.
La Repubblica italiana ha conferito inoltre delle medaglie al Sig. Roberto Parenti, per il Museo di Arte Povera, come riconoscimento ufficiale di iniziativa culturale di rilevanza nazionale.